La Ninfa di Amaranto

Funamboli senza equilibrio,
questi nostri giochi di luce
che avanzano a tentoni in una notte dal cielo plumbeo
senza stelle né brezza
senza Giuliette che soffino dall’alto di un balcone
dichiarazioni d’amore silenti come ghiacciai.

Fatti forza di quest’amore
che viene bollato come eresia
fatti forza di tutto ciò che non trova approvazione
perché il saggio sa
che ciò che è condiviso da pochi
è la Verità dei folli
e ciò che è condiviso da molti
è il belato del gregge.

Cercami nella caverna di Amaranto
coperta dal sottile spessore della brina
sussurra nei meandri del suo vuoto
io sarò lì ad aspettarti
passasse una decade,
un secolo,
un millennio.
Giacché sono immortale,
il tempo dei miei orologi
scorre come lancette inceppate,
e non temere questa promessa
ché l’aria salmastra ti porterà a me senza indugi
né paure,
e non temere la mia lunga attesa
ché di essa so vivere,
e di me, ancor meglio.

Scorri come acqua salata
sul candore delle mie gambe
invadimi come la marea
accarezzami come ha fatto il vento del Nord
tutte le volte che ho atteso alla battigia
tutte le notti in cui ho atteso il ritorno della tua drakkar
tutti i lustri,
le decadi,
i secoli
e i millenni
che di te mi hanno portato solo il nome.

Scrivimi questa notte
sigilla il messaggio con il tuo stemma
così che sappia
che l’attesa è vissuta in due
scrivimi stanotte
portami conchiglie di posti lontani
in bottiglia sigilla il tuo messaggio
al mare affida il tuo lamento
dall’alto dei tuoi Everest
grida il tuo amore a squarciagola
cantami nelle notti di luna piena
stringi il mio fantasma al tuo petto caldo
a squarciagola
grida il tuo lamento,
dall’altro lato dell’Oceano
anticipa in un solo respiro
il tuo anelato ritorno.

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